Ma tu cu si?

Una scena di vita empedoclina, un curioso racconto narrato da un insolito punto di vista…

Quella matinata di primavera era grande festa a Vigàta, il sinnaco e l’amministrazione comunale al gran completo, pesci grossi della politica, il delegato del Governo, la banda musicale, i giocolieri e gli sbanneratori, il popolo in delirio.

L’apatia della piazza, il passìo avanti e ‘nnarré dei giorni passati era disturbato da quel gioioso giubileo di gente.
Di fronte a me, a qualche decina di metri, un lenzuolo azzolo lucente commigliava qualchi cosa a forma di cristiano, poggiato al palo della pubblica illuminazione.

Ma chi successi? Chi ci fu?

Curioso, attonito e un pizzico disturbato guardavo dall’alto del mio piedistallo gli schiamazzi e lo strepitare della folla.

Nené Camilleri di persona pirsonalmente, al suono della banda del professore Scibetta, tra lo sbalordimento della gente ed espressioni di meraviglia, tirò giù quel lenzuolo aggrovigliato.

montalbanoE si manifestò, in tutta la sua imponenza, alto, scuro e distinto, con mustazzo fuori dalla norma, persona a me scognìta, simigliava al capo delle guardie municipali.Poi finì tutto, si fece tardi e i vigàtesi allegri e appagati tornarono a casa, l’ora del pranzo era una missa cantata ca non si poteva propriamente rimandare.

Restammo io e lui, lo guardavo con occhio indiscreto, cercavo di rievocare nella memoria qualche illustre parentela, simigliarlo a un consanguineo che potesse darmi qualche traccia.
Niente, non mi veniva in mente nessuno!

Timidamente rischiarai il gargarozzo : <Bongiorno mi chiamo Luigi Pirandello, me nonna mi chiamava Luvigino, sono stato Nobel per la Letteratura per avere scritto romanzi e teatro d’importanza universale>. Dall’altra parte nessuna risposta, non dava avvisaglia di avere inteso le mie parole.PIRANDELLO

<Ma tu cu si?>

Niente non ne voleva propriamente sapere, mi rassegnai a quell’atteggiamento muto e discreto.
Di lì a poco mastro Fulippo, il barbiere della bottega vicino all’angolo, apri l’avvolgibile e attendeva i clienti come ogni meriggio, assittato sulla seggiola davanti al negozio.

Mi feci coraggio e ci addumannai, a bassa voce : < Mastro Fulippo, scusate, ma quale illustre cittadino abbiamo piacere di avere dirimpettaio?>
<Ma come Luvigino, non lo conoscete? É il Commissario Montalbano, il nostro celeberrimo concittadino>

A quella risposta, per poco, stavo per accappottare dal basamento marmoreo dal quale guardavo i miei concittadini!

di S.Burgio

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